Ristrutturare un trullo ed andarci a vivere è una delle attività che prevedo di compiere nel giro dei prossimi 5 anni.
È uno dei miei sogni nel cassetto, forse anche il tuo, chissà.
Innamorata delle costruzioni in pietra, soprattutto quelle storiche e caratteristiche della mia regione Puglia, mi piace l’idea di poter vivere le estati all’ombra di un ulivo storico, immersa nella natura, lontana dallo smog.
Come ristrutturare un trullo: 5 errori da non commettere
- Andare alla cieca, senza un progetto.
È un errore imperdonabile, sia perché non ti permetterà mai di capire i reali costi di questa impresa, sia perché improvvisando si sbaglia. Un rilievo misure accurato è importante quasi quanto il progetto stesso. - Affidarti a maestranze inesperte.
Ristrutturare un trullo non è come ristrutturare casa, è una “specializzazione” che non tutte le imprese hanno. Gli ambienti devono restare il più fedeli possibili all’originale e le murature esterne devono essere realizzate a secco, utilizzando il metodo dello “scuci e cuci” con il solo aiuto di puntelli e centine di legno come sostegno. Una mano inesperta potrebbe arrecare danni sia estetici che strutturali (il trullo, se restaurato in modo incompetente, potrebbe addirittura crollare!) e dunque economici. - Snaturarne l’essenza.
Non puoi approcciarti alla ristrutturazione di un trullo pensando di fare un’abitazione domotica! È già tanto che tu riesca ad installare un riscaldamento a pavimento, visto che i trulli non hanno mai visto termosifoni o condizionatori d’aria, ma solo camini e stufe d’epoca. Il trullo è una costruzione povera, e per questo va preservata come tale. - Non valorizzare la pietra.
Illuminare un trullo significa esaltare i punti scenografici e gli ambienti interni ed esterni, creando un’atmosfera soft, rilassante. Utilizzare luci gialle, con lampade dall’estetica non troppo contemporanea, è un’idea da percorrere in un eventuale progetto. Mai tracciare troppo le murature per far passare fili e cavi, ma prediligere un approccio più semplice. - Dimenticarti dell’esterno.
Ristrutturare un trullo è il primo passo per ripristinare un rapporto con la campagna e la natura. Non si può pensare di vivere solo gli spazi interni! Per questo va messa a budget anche la sistemazione dell’esterno per godere totalmente di questa fantastica architettura!
Ristrutturare un trullo: come si fa?
Innanzitutto bisogna valutarne le condizioni.
Ci sono trulli completamente da rifare, altri solo da sistemare.
Se l’acquisto iniziale è a basso costo, sicuramente ci sarà molto da fare, persino a livello documentale, dove probabilmente la destinazione d’uso è commerciale o agricola.
I trulli sono in genere edifici protetti, vincolati da Piani Paesaggistici Regionali.
In assenza di autorizzazione paesaggistica, verifiche sismiche e deposito dei calcoli statici una ristrutturazione totale non può avvenire.
Partendo dalla muratura esterna bisognerà:
- Eliminare muffe e umidità
Se acquisti un trullo abbandonato, lo stato di conservazione dell’immobile può mostrare a volte segni di degrado sia negli elementi costruttivi interni, che in quelli esterni.
Infatti, per effetto degli agenti atmosferici, il manto di copertura costituito da chiancarelle può risultare deteriorato.
Il dissesto delle chiancarelle può favorire le infiltrazioni di acque piovane che causano macchie di umidità, muffa e distacco di intonaco.
L’obiettivo principale da prefiggere, con gli interventi di restauro e risanamento conservativo, è di restituire all’immobile la sua piena funzionalità, nel massimo rispetto del preesistente.
- Ripristinare le murature
Il metodo da utilizzare è la tecnica dello “scuci e cuci”, che consiste nello smontare piccoli pezzi di muro e rimontarli pezzo per pezzo integrando o lavorando le chianche laddove è necessario.
Si tratta di recuperare i vari pezzi e quindi ricostruire con i materiali rimossi la zona danneggiata; il materiale di scarto delle lavorazioni funge da riempimento tra le chianche così da assicurare l’isolamento termico.
Questa operazione è bene che sia fatta da maestranze esperte o qualificate, per assicurare un risultato omogeneo e ottimale.
- Restaurare la copertura a cono
Prima di tutto va fatto un sondaggio parziale per verificare le condizioni del cono. Subito dopo si procede al ripristino delle chianche (o chiancarelle) danneggiate, con eventuale lavorazione a mano.
Si inizia dalla base del cono, disponendo le pietre ad anelli orizzontali concentrici, incastrando ogni pietra fra le due laterali, con una leggera inclinazione verso l’esterno. Infine si procede all’intonacatura della sommità del cono e al fissaggio del pinnacolo.
Una mano inesperta potrebbe facilmente stravolgere l’essenza di questa costruzione, arrecando di fatto un danno a un’architettura tradizionale protetta dall’Unesco.
- Aggiungere nuovi volumi
Se i regolamenti lo permettono (vedi Piano Casa 2018) è possibile aggiungere nuove stanze al fabbricato originario. può interessarti anche: 10 cose da sapere prima di acquistare casa.
È importante non soffocare l’architettura a trullo originaria, né stravolgere il consolidato equilibrio tra vuoto e pieno, tra massa e aria che si era creato e sedimentato nel tempo.
Solo un progetto ben fatto e coerente con i vincoli paesaggistici permette di valutare correttamente la costruzione e il rapporto tra trullo e nuove annessioni, con un linguaggio il più possibile neutrale e lineare.
Infatti la ristrutturazione dei trulli con materiali (tufo, tavelle, calcestruzzo) non consentiti dalle linee guida del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale per il restauro delle strutture in pietra a secco della Puglia non sarà mai autorizzata.
Puoi valutare anche un prefabbricato di bioedilizia in legno, se vuoi una soluzione più veloce.
- Rifare intonaci e pulire pietre e fogature
In genere un trullo da ristrutturare si presenta all’esterno di un colore grigiastro, perché con il tempo si sono create muffe e macchie dovute all’esposizione della pietra alle intemperie.
I trulli ristrutturati sono invece molto più chiari e luminosi, e hanno ripristinato il classico colore beige caldo della pietra calcarea.
Per arrivare a questo risultato è necessario sabbiare l’esterno delle chianche e ripulirne le fughe.
Alcune parti sono intonacate, per cui per ristrutturare un trullo va ripristinato anche lo strato di intonaco tradizionale.
- Adeguare gli impianti
Questo è un tasto dolente perché molto raramente i trulli sono dotati di impianti efficienti, a volte sono situati in zone dove non arriva nemmeno il gas o gli scarichi fognari.
La spesa prevista per questi lavori deve comprendere impianto idrico, elettrico, di scarico ed eventualmente di riscaldamento, se la struttura deve essere abitata anche in inverno.
L’impianto elettrico aggiornato dovrebbe prevedere dei punti luce scenografici, anche dal basso, per esaltare la costruzione. Ne vale la pena per godere di un’atmosfera unica ad esempio nelle sere d’estate.
- Sostituire gli infissi e le porte
Gli infissi e le porte devono essere predisposti a taglio termico per migliorare l’efficienza energetica del trullo. In alcuni casi possono essere recuperati scuri o porte in legno, ma sempre facendo attenzione alle prestazioni degli stessi.
L’ideale sarebbe riuscire a mantenere uno stile originario, magari sfruttando la maggiore superficie vetrata possibile, dal momento che alcune zone del trullo possono risultare buie per la presenza di finestre di piccole dimensioni. I colori ferro, bianco o legno sono le scelte possibili per i profili.
- Cambiare o ripristinare i pavimenti
In generale la pavimentazione di un trullo è in pietra calcarea tagliata a blocchi, impiegata negli ambienti interni ed esterni. Oggi può essere sostituita da una pietra di Fasano posata a correre in tutti gli ambienti, mentre per le piastrelle dei bagni e per i piani, anche della cucina, si possono impiegare piastrelle in pietra di Trani, sempre di provenienza locale, dunque.
In alcuni casi possono essere installate delle cementine decorate a rivestimento dei bagni o della cucina, ma senza esagerare perché il trullo è e rimane un’architettura tradizionale semplice.
Ristrutturare un trullo vuol dire anche rispettarne il linguaggio stilistico e costruttivo.
- Intonacare e imbiancare gli interni
Un’intonacatura a calce caratterizza le facciate esterne e le pareti interne.
È un materiale e una tecnica che risalgono a un passato lontano che permette di ottenere finiture traspiranti, durevoli, igieniche, che contribuiscono al comfort termico degli ambienti.
Il “tonachino” è utilizzato per rifinire le pareti del bagno: si tratta di un prodotto di rivestimento minerale a base di calce aerea, adatto per ambienti umidi. È stato posato su un sottofondo già rifinito a calce.
L’impermeabilità è determinata dalla stesura in più strati, effettuata con la spatola lisciando ogni volta a lungo la superficie. La finitura è completata da una mano di cera.
- Sistemare l’esterno
Il bello di vivere in campagna è che puoi attrezzare gli spazi esterni per pranzare fuori, godere della natura e rilassarti respirando aria buona e ascoltando il canto degli uccelli, lontano dai rumori della città.
Per questo vale la pena attrezzare l’esterno con panche in muratura, un piccolo gazebo, un solarium o semplicemente dei tavoli o un barbecue per i momenti conviviali.
Ricorda anche di sistemare le parti a verde e l’ingresso. In alcuni casi è necessario creare un piazzale pavimentato o qualche siepe divisoria, vicino ai classici muretti a secco.
- Arredare gli interni
L’arredamento di un trullo deve essere sobrio e semplice.
Al di là degli arredi in arte povera che si possono recuperare nei mercatini locali, ci si può anche sfiziare con materiali nuovi o forme dal design d’autore. Senza strafare, ma è comunque un’occasione per migliorare l’aspetto estetico dell’interno.
All’esterno ti consiglio di allestire una zona living con tavoli e sedie o poltroncine dal design ricercato. Se lo spazio lo consente potrai dare vita a un colorato giardino mediterraneo.
In ultimo, ma in realtà è il primo degli interventi tra quelli elencati, dal momento che di solito un trullo è soggetto ad un vincolo paesaggistico o di altro tipo, bisognerà produrre un insieme di incartamenti e moduli da consegnare alle autorità competenti, sia per le autorizzazioni che per le denunce di inizio attività edilizia.
Per questo è necessario far redigere e firmare un progetto da un tecnico abilitato, sia per far partire i lavori che per usufruire delle agevolazioni fiscali vigenti. Incentivi ristrutturazione trullo.
Quanto costa ristrutturare un trullo?
È decisamente azzardato ipotizzare un prezzo generale perché molto dipende dalle condizioni dell’edificio, dalle rifiniture che si vogliono dare, dalla sua estensione, dalla possibilità di aggiungere nuovo volume, e persino da che tipo di maestranze intervengono.
Di solito un prezzo medio al metro quadro è di circa 700-800€, ma esclude materiali, infissi, esterni e sanitari.
Fortunatamente ci sono diverse agevolazioni fiscali che permettono di ammortizzare questi costi con gli anni, ma l’investimento deve comunque essere affrontato.
Quanto costa un trullo?
L’interesse verso questo tipo di architetture è sempre più crescente, anche all’estero, tanto da causare un’impennata dei costi di acquisto.
Generalmente i costi vanno dai 30-120 mila euro per rustici da ristrutturare, con impianto elettrico, ripristino delle murature e infissi da rifare, fino ai 250 mila euro e più per immobili già messi a nuovo.
Il contesto è unico, sublime.
Il trullo è infatti una costruzione conica in pietra a secco tradizionale della Puglia centro-meridionale.
I trulli venivano generalmente costruiti come ricoveri temporanei nelle campagne o abitazioni permanenti per gli agricoltori, vista l’abbondanza di pietre presenti in questo territorio carsico.
Dal punto di vista dell’utilizzo degli spazi interni, il trullo è nato con un solo piano abitabile, quello terreno.
In alcuni esemplari ci sono travi di legno disposte trasversalmente in alto per “appendere” vivande o creare un piccolo soppalco su cui dormivano i bimbi o si depositavano le derrate alimentari.
I materiali naturali, le pietre locali, la calce idraulica, le basole in pietra fanno percepire un ambiente sano, che respira e che mantiene piacevole la temperatura grazie ai metodi tradizionali di costruzione, senza l’impiego di cementi e malte.
Posso avere un trullo con piscina?
Per realizzare una piscina c’è bisogno di essere autorizzati.
E non si può prescindere, naturalmente, da un progetto accurato redatto da un tecnico abilitato. Se abusiva, può scattare subito il sequestro o denuncia con multe salate.
È necessario il Permesso di Costruire (Decreto del Presidente della Repubblica 380/2001) se la piscina supera il 20% del volume dell’edificio di pertinenza o se la sua costruzione è considerata dal piano regolatore comunale come “intervento di nuova costruzione”.
Bisogna quindi rivolgersi ad un tecnico abilitato per la progettazione, e presentare al Comune la richiesta del Permesso.
Costruire una piscina interrata significa infatti trasformare il suolo: ecco perché, non essere in possesso di un Permesso di Costruire, ha ripercussioni sia sul committente che sul costruttore.
Ci sono però casi in cui è sufficiente presentare la CIL Asseverata (CILA), ad esempio se la piscina esiste e va solo ristrutturata o per lavori come l’eliminazione di eventuali barriere architettoniche presenti nell’area, per opere di pavimentazione e di finitura, oltre che per la realizzazione di una zona solarium.
Oltre alla comunicazione da parte del proprietario (CIL) è necessario che venga consegnata anche una relazione tecnica con relativo progetto curato da un tecnico abilitato.
Infine, è utile ricordare che la CILA sarà valida anche come procedura per l’aggiornamento catastale.
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Ristrutturare o cambiare l’arredamento interno non può più essere un tentativo alla cieca.
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