In commercio ci sono tantissime soluzioni e possibilità, ma anche opinioni discordanti su come scegliere il box doccia.
Ecco un post che vuole essere una mini guida per creare davvero la tua doccia da sogno!
Ma partiamo dall’inizio, ossia dalla progettazione del bagno.
A livello di dimensioni, il box doccia contemporaneo può assumere tantissime forme e misure. Esistono in commercio piatti doccia enormi, di tutti i materiali, che superano persino i 2m di larghezza.
Le scelte dei consumatori si stanno sempre più orientando verso situazioni spaziose e comode, soprattutto per chi proviene da bagni in stile anni ’80-’90 con docce standard, piccole e persino buie.
Come scegliere il box doccia: il progetto.
L’esigenza primaria è di installare un box funzionale e pratico, capace di durare nel tempo e di ridurre al minimo gli interventi di pulizia e manutenzione, tanto odiati dalle casalinghe (e non) di tutto il mondo.
In genere si sceglie un box doccia sulla base di alcune idee di partenza, che sposano i gusti di chi dovrà poi vivere il bagno.
Tipologie doccia
Le tipologie più comuni di doccia sono:
- Con piatto, da appoggio o incasso
- A filo pavimento
- Doccia walk in
- Multifunzione o spa
- In muratura, senza vetro
- Vasca-doccia
Apro e chiudo una parentesi sulla posizione della doccia all’interno del bagno.
Scenograficamente, avere una doccia come punto prospettico all’ingresso della stanza è la soluzione da preferire, ma spesso può significare avere un box con la finestra al suo interno.
In questo caso ci sono visioni diametralmente opposte da parte di chi deve vivere la casa.
Il mio consiglio è di preferire una doccia senza finestra, soprattutto se l’infisso è in legno o altro materiale marcescibile, oppure, nel caso sia l’unica soluzione ammissibile, di posizionare il soffione il più lontano possibile dalla finestra, o di proteggere quest’ultima con un secondo vetro o acrilico trasparente.
Se la doccia supera le dimensioni di 90x90cm e il soffione è abbastanza lontano dall’infisso, i rischi di muffe sulla finestra si riducono, ma è pur sempre vero che bisognerà asciugare ogni volta le parti delicate e le cerniere per evitare il loro annerimento.
Box doccia per piccoli spazi
Le dimensioni minime sono 70x70cm, che risultano però poco pratiche per persone alte o robuste.
In alcuni casi estremi mi è capitato di progettare bagni piccoli con docce senza porte e piletta a filo pavimento, avendo cura di non posizionare nulla di deteriorabile all’interno (solo wc e lavabo).
Il bagno, completamente rivestito, è molto pratico a livello di usabilità e pulizia.
Esiste anche il sistema Open Space della Duravit che permette di “chiudere” le ante semplicemente appoggiandole.
In questo modo non sporgono più guide ingombranti, la rubinetteria e il flessibile doccia restano nascosti e il bagno sembra molto più grande, soprattutto con l’anta a specchio.
Un’altra soluzione estrema è la doccia passante. Si tratta di una configurazione in cui la doccia divide la zona lavabo da quella dei sanitari.
L’inconveniente è doverci passare attraverso per poter raggiungere la parte retrostante del bagno, ma permette di creare una doccia molto ampia, cosa che in altre configurazioni della stessa stanza sarebbe impossibile.
Vetri e profili
Un consiglio pratico: se stai progettando il tuo box, è di ridurre il più possibile la presenza di porte e vetri di chiusura con profili. I vetri, infatti, sono i primi elementi che tendono a riempirsi di calcare e incrostazioni e che ti costringeranno alla manutenzione più noiosa della storia.
Preferisci soluzioni ad angolo o in nicchia, in cui 2-3 lati sono rivestiti con piastrelle o resina. Oppure soluzioni walk-in con un unico vetro fisso, senza profili.
Molti produttori hanno deciso di optare per trattamenti anti calcare applicati ai cristalli (con un supplemento sul prezzo), che garantiscono la funzionalità per circa 10 anni (io non ci crederei…).
Non esagerare con piatti doccia scuri effetto pietra in zone in cui l’acqua è molto calcarea perché potresti ritrovarti con fastidiose righe di calcare davvero antiestetiche.
Sistemi di apertura doccia
A seconda dello spazio a tua disposizione, sono disponibili diversi sistemi di apertura per le ante del box doccia.
Si va dall’anta a battente a quella scorrevole, che permette di risparmiare spazio, anche se, esteticamente, perde un po’ di qualità.
Sempre più clienti optano per la doccia walk-in che è composta da un vetro fisso, sostenuto in genere da un braccetto di metallo, a copertura di 2-3 dello spazio doccia e che non prevede altre ante di chiusura.
Si tratta di un sistema semi aperto che è molto elegante, accessibile e pratico da pulire.
Gli svantaggi del sistema walk-in sarebbero nella possibilità di fuoriuscita di alcuni schizzi su pavimento, in situazioni in cui lo spazio è ridotto, oppure di una sensazione di maggior “freddo” durante l’inverno, che invece caratterizza i box più estesi.
In ogni caso bisogna sempre trovare un compromesso tra estetica e funzionalità e quest’ultima ha un peso superiore rispetto alla sola componente estetica.
Un altro appunto da fare riguarda il vetro utilizzato per le ante. Per una questione di sicurezza è meglio scegliere un cristallo temperato, ossia che ha subito un trattamento che, in caso di rottura, permette di frantumarsi in piccole particelle non taglienti.
Sia il comune vetro, infatti, sia il cristallo non temperato (ma anche l’acrilico) non godono di questa caratteristica, essendo quindi molto pericolosi in caso di rottura.
A livello estetico, il vetro trasparente va per la maggiore.
C’è chi sceglie una finitura acidata o satinata, oppure un colore più scuro, ma solo quando la doccia è bene illuminata e non ha particolari rivestimenti di rilevanza estetica all’interno.
Ultimo argomento riguarda i profili del telaio utilizzato.
La presenza di un telaio metallico per sorreggere il vetro, dà maggiore estensibilità alla cabina doccia: è importante se il piatto o le pareti non sono perfettamente a squadro o se non si ha la certezza millimetrica delle misure del box.
Di contro, un telaio può appesantire di molto l’estetica del box, oltre a potersi deteriorare sui bordi nel caso di deposito di calcare.
In ogni caso la presenza di chiusure ermetiche è fondamentale per evitare fuoriuscite di acqua dal box, soprattutto in presenza di pavimenti delicati come il parquet.
Ricorda che un lavoro svolto a regola d’arte permette di eliminare o minimizzare le parti siliconate (che tendono ad annerirsi).
Il sistema di montaggio delle varie parti deve essere il più possibile accurato e studiato nel dettaglio per evitare grossi disagi e situazioni scomode che possono peggiorare nel tempo.
Le ultime tendenze sono infatti di box senza silicone e senza profili.
Box doccia con piatto, walk in, a filo pavimento: CONFRONTO
Box doccia con piatto
L’offerta di piatti per la doccia è quintuplicata negli ultimi anni.
Materiali nuovi, acrilici, resine, plastiche, abs, ecomalte, stanno spopolando perché permettono di simulare tutti gli effetti possibili, es. pietra, ardesia, roccia, resina, in tutti i colori plausibili, ad un prezzo accessibile.
Gli spessori dei piatti si sono notevolmente ridotti, arrivando fino a circa 2,5cm per piatti doccia di appoggio.
La resa estetica è davvero migliorata, per questo in molti, nonostante tutto, scelgono ancora il classico piatto doccia da appoggio.
Non sempre, infatti, è possibile montare un piatto a filo pavimento. Per quest’ultimo bisogna avere le pendenze giuste in modo tale che il flusso verso gli scarichi sia soddisfacente e si mantenga tale anche con il passare del tempo.
In caso di ristrutturazione o nuova costruzione, si procede in questo modo: il piatto doccia si installa sempre prima della posa del pavimento e del rivestimento, per garantire uno scarico a regola d’arte e per dare maggiore stabilità al piatto.
Piatti doccia: i materiali più utilizzati
Di norma è preferibile sempre scegliere un materiale antiscivolo. Aggiungerei anche un materiale facile da pulire e che non sia troppo fragile.
In genere, la stragrande maggioranza di piatti doccia si deterge con un panno morbido e un po’ d’acqua calda saponata delicata:
- Si rimuovono i depositi di calcare con aceto o spirito diluiti oppure con un apposito anticalcare.
- Per evitare il formarsi di tracce di calcare, è ideale asciugare le superfici dopo l’uso, con una pelle di daino o panno in microfibra, che pulisce a fondo senza lasciare residui.
- Per ridare lucentezza alle superfici acriliche, si utilizza un prodotto “Polish” usato anche per lucidare la carrozzeria delle auto.
- In linea di massima è sempre bene evitare detergenti grassi o a base di cera. Questi potrebbero infatti essere pericolosi, scivolosi, oltre a lasciare una fastidiosa e antiestetica patina opaca.
Tutti i piatti doccia si puliscono efficacemente con una soluzione a base di acqua calda e aceto al 30-40% e un panno in microfibra.
Bisogna però pulirli con frequenza. Attenzione ai prodotti anticalcare che possono risultare aggressivi per alcuni piatti o per i profili!
Ceramica
Si tratta del “materiale” per eccellenza: la Ceramica è il materiale più utilizzato quando si hanno tanti dubbi su come scegliere il box doccia.
La ceramica è ormai una realtà più che affermata, usata da tantissimi anni e facile da pulire e gestire. Dal punto di vista estetico c’è di meglio, anche se oggi sono a disposizione piatti in ceramica ultramoderni di soli 3cm di spessore.
La ceramica resiste al meglio all’usura del tempo e all’azione dannosa degli agenti esterni; inoltre è antigraffio, estremamente resistente al passaggio dall’acqua calda a quella fredda e viceversa.
La ceramica è più facile da abbinare agli altri sanitari e si sposa perfettamente con i rivestimenti murari, anche quelli di design!
Resina – Acrilico – Vetroresina – Marmoresina – Abs
Il piatto doccia in Resina è il prodotto del momento: è molto versatile, leggero, antibatterico, resistente e antiscivolo.
Ha spessori limitati, tantissimi colori e finiture (pietra, lucido, roccia, velvet…) e può essere utilizzato anche a filo pavimento. Essendo colorato in massa, si può riparare facilmente.
I difetti che si evidenziano sono la possibilità di variare leggermente il colore col passare del tempo e/o di macchiarsi se non è presente uno stato protettivo superiore.
Spesso i piatti in resina scuri possono trattenere il calcare quando la doccia non viene asciugata di frequente.
Può essere pulito con un panno umido e un po’ d’acqua. Non usare mai detergenti acidi forti, solventi o spugne abrasive per la pulizia della superficie.
Kerlite
La Kerlite è un grés molto sottile, utilizzato per rivestire gli arredi o per doccia e rivestimenti di fino. Viene lavorata in lastre leggere, facili da spostare e da montare.
La Kerlite non si rovina essendo infatti resistente ad abrasioni e graffi. Il suo colore rimane identico anche con il passare del tempo.
Per creare una certa continuità di rivestimento, è possibile montare la kerlite a pavimento e poi proseguire con il piatto doccia nello stesso colore e finitura.
La Kerlite si taglia in opera, quindi è possibile realizzare piatti di qualsiasi forma e dimensione.
Tra gli aspetti più positivi nello scegliere un piatto doccia in Kerlite vi è il prezzo, decisamente economico. Tra i contro vi è la scivolosità.
Ecomalta
L’Ecomalta è un materiale costituito da inerti che provengono per il 40% da riciclo certificato. Resistente e flessibile, rende possibile creare superfici continue prive di giunzioni, come lavabi integrati.
Le finiture sono diverse e le colorazioni anche molto moderne, per un bagno meno “scontato”.
Essendo un materiale poroso, è necessario fare attenzione a non lasciare sedimentare acqua e altri liquidi, affinché non si formino macchie.
Molti infatti lamentano macchie di unto e altre imperfezioni che lo rendono poco pratico.
Corian
Il Corian è un materiale piuttosto raffinato, versatile ma costoso, infatti caratterizza piatti doccia di design con modelli particolari e disegni eccezionali.
Si tratta di un composto di minerali naturali e polimeri acrilici che si utilizza anche per i top della cucina. Molti non scelgono questo materiale perché di fascia alta.
Legno
Sembrerà inusuale, ma il Legno è uno dei materiali più belli per il piatto doccia.
Sono pochi i modelli a disposizione, ma l’effetto e il comfort è totalmente diverso da un piatto doccia tradizionale.
In genere viene utilizzato il teak o l’okume, due essenze ideali per ambienti nautici e soggetti all’umidità.
Il design è per lo più a doghe con dei tagli che permettono lo scolo dell’acqua nella piletta sottostante.
Nei modelli più innovativi, il piatto è corredato da led per la cromoterapia, che permette di apprezzare maggiormente questa soluzione.
Doccia walk-in: sì o no?
Partiamo dal presupposto che un box doccia semplice da pulire e resistente 100 anni non esiste.
Ci sono però soluzioni più durature e pratiche come, ad esempio, la doccia walk-in.
Si sentono opinioni discordanti in merito, come ad esempio, la presenza di schizzi di acqua che fuoriescono dalla doccia durante l’uso.
Per funzionare bene, una doccia walk-in deve superare i 120x90cm (ideale 150x90cm o più), in modo da non creare fastidi di questo tipo. Dimensioni grandi sono consigliate anche perché si tratta di una doccia scenografica, per cui va ben apprezzato il suo design pulito e minimalista.
La doccia walk-in può essere di diverse tipologie:
-
ad incasso
, ossia con 3 lati chiusi + 1 vetro
-
ad angolo
, ossia con 2 lati chiusi + 1 vetro
-
flottante
, ossia con 1 lato chiuso + 1 vetro
Tutte le soluzioni, soprattutto l’ultima, sono particolarmente scenografiche e consigliate per chi non ha paranoie o necessità di chiusura ermetica delle porte del box.
Bisogna porre particolare attenzione alla lastra di vetro deve essere dimensionata in maniera adeguata, lasciando uno spazio di passaggio di 60-70cm (ecco perché le docce walk-in piccole non funzionano!) e anche al soffione deve essere fissato nel punto più lontano dall’apertura, in modo che il flusso d’acqua possa essere contenuto.
Non esiste una valutazione imparziale per la doccia walk-in. Dipende da come ami vivere il bagno e dal tuo senso estetico. Se hai bambini o vuoi un ambiente più versatile, installa un soffione regolabile o un doppio doccino per poterla usare in tutte le occasioni!
Vasca-doccia, la conoscevi?
Un sistema vasca-doccia è un’idea particolare per chi ha bagni molto profondi ma di larghezza limitata.
Consiste nell’installare una vasca a fine stanza seguita da una doccia walk-in. In questo modo si crea un vano unico, grande, adibito al relax e distinto dalle altre parti del bagno. Leggi anche tendenze arredamento bagno: idee e novità.
So già che alcune di voi staranno inorridendo davanti all’idea di pulire entrambe (vasca e doccia) dopo ogni uso, ma se sono minimaliste o se la vasca è in muratura il problema non si pone.